Iris Origo

scrittrice, biografa, storica

https://www.lafoce.com/it/iris-origo

1902-1988

Italia, Stati Uniti, Regno Unito

scenario
categoria
soggetti
tag
persona fisica

Maestra del genere biografico, Iris Origo (1902-1988) ha contribuito in maniera importante alla mediazione del patrimonio culturale italiano per il pubblico anglo-americano del secondo dopoguerra, al punto da essere definita dal Sunday Times “The best writer in English about things Italian”.

Negli studi che ricostruiscono il suo profilo biografico ricorre l’aggettivo “privilegiata”, riferito alla sua educazione nell’esclusiva comunità anglo-americana della Firenze di inizio Novecento. Figlia unica dell'erede di un'opulenta famiglia newyorkese, Bayard Cutting, e dell’aristocratica anglo-irlandese Sybil Cuffe, Iris nasce in Inghilterra e cresce in Italia dopo la morte prematura del padre, avvenuta quando lei ha solo sette anni. Per esaudire l’ultima richiesta del marito, che temendo per la figlia i lacci del nazionalismo le ingiunge “bring her up where she does not belong”, la madre acquista sulle colline di Fiesole la rinascimentale Villa Medici, dove Iris cresce avendo come vicini di casa il critico d’arte Bernard Berenson e la moglie e come amici di famiglia Edith Wharton, Henry James, Aldous Huxley, Somerset Maugham e il filosofo George Santayana. Pur visitando regolarmente gli Stati Uniti, l’Inghilterra e l’Irlanda, nel 1924 Iris conferma il suo legame con l’Italia sposando il marchese Antonio Origo. Dopo il matrimonio, i coniugi Origo acquistano La Foce, una tenuta di 3500 ettari in Val d’Orcia, dando inizio a un’imponente opera di bonifica e recupero che l’avrebbe trasformata in una fiorente azienda agricola, completa di scuole e assistenza medica. Con l’architetto Cecil Pinsent, Origo lavora al restauro della villa quattrocentesca, che ospiterà fra gli altri Virginia Woolf e Vita Sackville-West, e alla realizzazione di uno spettacolare giardino all’italiana. Insieme, gli Origo plasmano il territorio della Val d’Orcia rendendolo un esempio del tipico paesaggio toscano così come si sarebbe venuto a configurare nell’immaginario internazionale—un susseguirsi di dolci colline attraversate da strade sinuose, fiancheggiate da alti cipressi.

Iris Origo inizia la sua prolifica attività di scrittrice dopo la tragica perdita del primogenito Giorgio, che muore di meningite a sette anni, nel 1933.  Appoggiandosi alla Hogarth Press dei coniugi Woolf come prima casa editrice, Origo contribuisce alla diffusione della cultura italiana nel mondo anglo-americano attraverso una serie di studi biografici che vanno da Giacomo Leopardi (A Study in Solitude, 1935, ristampato nel 1953) a Cola di Rienzo (Tribune of Rome, 1938), San Bernardino (The World of San Bernardino, 1962), Lauro de Bosis, Ruth Draper, Gaetano Salvemini e l'amico Ignazio Silone (A Need to Testify, 1983). L’interesse per la biografia si coniuga per Origo con quello per la storia, e in particolare per la ricerca d’archivio. Come scriverà Mario Praz, “Il giardino di Iris è ora l’archivio, e le aride carte ella fa che si espandano come i fiori seccati giapponesi che rifioriscono al contatto dell’acqua. È una ricercatrice fortunata, accurata e infaticabile”. Nel dopoguerra Origo riesce nell’impresa di avere accesso alla corrispondenza di Lord Byron e Teresa Guiccioli, la sua amante ravennate, che pubblica nel volume The Last Attachment (1949), ancora oggi fonte preziosa per gli studi byroniani in virtù della sua minuziosa ricostruzione del soggiorno di Byron a Ravenna, segnato dalla storia d'amore ma anche dai suoi rapporti con la Carboneria, che Origo rivisita con precisione. Altrettanto importante è il suo lavoro sul ricchissimo archivio del mercante trecentesco Francesco Datini (140.000 lettere, cui si sommano libri contabili, ricevute, assegni, polizze assicurative, contratti), dal quale emerge uno studio dell’uomo e della vita quotidiana nella Prato medievale (The Merchant of Prato, 1957) che è stato ampiamente apprezzato come esempio della nascente storia sociale. A Origo viene anche riconosciuto il merito di aver risollevato la reputazione post-bellica dell’Italia con il libro di memorie War in Val D’Orcia (1947)—che restituisce, dalla prospettiva della Foce, una microstoria dell’occupazione tedesca e della resistenza partigiana—assieme al diario dell'anno precedente lo scoppio del conflitto, A Chill in the Air, pubblicato postumo nel 2017. La loro recente ristampa, assieme all’autobiografia del 1970 (Images and Shadows), nella collana di classici della New York Review conferma il rinnovato interesse per Origo e per la sua opera di trasmissione transatlantica della cultura italiana.

Il suo rapporto con gli Stati Uniti, del resto, non si è mai interrotto. Durante uno dei tanti soggiorni americani, nel 1958 tiene una serie di nove lezioni a Harvard su “Aspetti della vita sociale in Toscana negli ultimi due secoli del Medioevo” e una conferenza a Radcliffe sul genere biografico. Riceve lauree honoris causa da Wheaton College (1960) e Smith College (1964). Suoi interventi compaiono su The Atlantic Monthly, Cornhill Magazine, Vogue. In Italia, ha stretti contatti con Marguerite Caetani, di cui lascia un pregevole ritratto, e con il gruppo di italiane che ruotano attorno alla rivista Botteghe Oscure—Elena Croce, Elsa Dallolio, Giovanna Benzoni. All’amica di una vita, Elsa Dallolio, dedica il suo unico volume in italiano, che sarà anche l’ultimo da lei scritto, Un’amica (1988).

 

Vettori collegati

Marguerite Chapin Caetani

Editrice, promotrice culturale, mecenate

Media gallery

Fonti

Cro, Stelio. Iris Origo. Dalle radici del neorealismo alla solitudine dell’utopia (Montepulciano: Le Balze, 2002).

Cro, Stelio. Il caso Iris Origo. Antologia critica. (Milano: Todariana Editrice, 2010).

Einaudi, Luigi. "Prefazione." In Iris Origo, Il Mercante di Prato (Torino: Einaudi, 1958).

Hughes-Hallett, Lucy. "Introduction." In Iris Origo, A Chill in the Air: An Italian War Diary, 1939-1940 (New York: New York Review of Books, 2017), 1-19.

Lysy, Katia. "Afterword." In Iris Origo, A Chill in the Air: An Italian War Diary, 1939-1940 (New York: New York Review of Books, 2017), 169-184.

Lysy, Katia. "Afterword." In Iris Origo, Images and Shadows: Parts of a Life (New York: New York Review of Books, 2019), 375-382.

Moorehead, Caroline. Iris Origo (London: John Murray, 2000)

Nicholson, Virginia. "Introduction." In Iris Origo, War in Val d'Orcia (New York: New York Review of Books, 2017), 7-17.

Origo, Benedetta. “Between the Valley and the Mountain: The Making of La Foce”. In  La Foce: A Garden and Landscape in Tuscany (Philadelphia: University of Philadelphia Press, 2001), 1-55.

Pomata, Gianna.  “Dalla biografia alla storia e ritorno: Iris Origo tra Bloomsbury e Toscana.” Genesis 6/1 (2007): 117-156.

Praz, Mario. Cronache letterarie anglosassoni (Roma: Edizioni di storia e letteratura, 1966), III, 316.

Rosini, Sandra. Iris Origo e la sua opera di assistenza all’infanzia (Montepulciano: Le Balze, 2003).

Wilde-Menozzi, Wallis. “Iris Origo, 1902-1988. An Encomium.” South-West Review 75/4 (1990): 483-501.

 

Scheda redatta da: Carla Pomaré