Dino De Laurentiis

Produttore

Dominio pubblico

1919-2010

Italia-Stati Uniti

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persona fisica, cinema

Carlo Ponti

produttore

Dopo una prima esperienza come attore presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, nei primi anni Quaranta il giovane De Laurentiis intraprende il suo percorso imprenditoriale come produttore esecutivo della Lux Film di Roberto Gualino, trasferitasi a Roma nel 1940. In questi anni l’ambizione di De Laurentiis all’internazionalizzazione del cinema italiano si manifesta già nel lancio di Riso Amaro (De Santis, 1949), capolavoro neorealista di cui De Laurentiis cura la promozione divistica dell’astro nascente Silvana Mangano, connotando, come ricorda Gundle, il sex appeal americano della diva col realismo dello stile filmico italiano. Da notare come De Laurentiis, come altri produttori italiani dell’epoca, avvierà una relazione sentimentale proprio con Mangano, affermando il successo del binomio produttore/diva nell’affermazione professionale e iconografica di entrambe le figure nel contesto cinematografico internazionale.

Dopo la positiva esperienza alla Lux, nel 1948 il produttore partenopeo fonda insieme a Carlo Ponti la casa di produzione Ponti-De Laurentiis, dotandosi di stabilimenti propri grazie alla ristrutturazione dei Teatri della Farnesina di Roma. In questo frangente, molti generi tradizionali italiani si rivelano esportabili. Fra tutti il “peplum” (film storico con ingente impiego di costumi e scenografie) che si rinverdisce grazie al riuscito export americano di Ulisse (Camerini, 1954) e La rivolta dei gladiatori (Cottafavi, 1958), entrambi prodotti da Ponti-De Laurentiis. Ma l’impatto di questo progetto imprenditoriale sulla cultura cinematografica americana si manifesta con i due premi Oscar al miglior film straniero assegnati a La strada (1954) e Le notti di Cabiria (1957) di Federico Fellini, due delle opere chiave per la prima fase di penetrazione americana del made in italy duante gli anni Cinquanta. Come viene spesso ricordato, Ponti e De Laurentiis erano infatti le punte di diamante di una nuova generazione di produttori che guardava oltre le frontiere italiane, intrattenendo nel corso dei decenni importanti relazioni umane e professionale col mondo dello spettacolo statunitense.

Ormai pienamente integrato nel mercato americano, nel 1962 De Laurentiis dà vita al suo progetto più ambizioso: la costruzione di Dinocittà, un complesso di studios sorti nei dintorni di Roma lungo la via Pontina, dove poter accogliere tutte le esigenze della propria clientela hollywoodiana che proprio a Roma, grazie alla legislazione dell’epoca, poteva ammortizzare le spese grazie ai contributi ministeriali e impiegare artisti e maestranze sul campo. Si tratta di un passo decisivo per la consacrazione dell’Italia come il più grande centro di produzione dell’Europa Occidentale e sede privilegiata delle produzioni hollywoodiane. A Dinocittà vengono infatti girate diverse pietre miliari del cinema classico statunitense e art film italiani: dai kolossal Guerra e pace (Vidor, 1956) e La Bibbia (Huston, 1966), a film italiani destinati al mercato americano come Le streghe (Visconti, Bolognini, Pasolini, Rossi, De Sica, 1967), nonché alcune opere culto dell’avanguardia fantascientifica come Barbarella (Vadim, 1968) o del cinema vernacolare italiano come Diabolik (Bava, 1968), e molti altri titoli.

La parabola italiana del dopoguerra di De Laurentiis si chiude proprio nel 1971-72 quando Dino, a causa della nuova legge Corona che imponeva l’erogazione dei contributi ministeriali ai soli film interamente prodotti con capitali italiani, si trasferisce stabilmente negli Stati Uniti fondando la De Laurentiis Entertainment Group. Per il produttore italiano si apre una nuova, fortunata stagione, che afferma il nome De Laurentiis nell’olimpo dello star system, tanto da essere definito il “movie mogul Italian style”, secondo il New York Magazine. Come scrivono Kezich e Levanteschi, De Laurentiis «negli Usa è piaciuto perché è un inconfondibile self-made man, perché ha saputo accoppiare lo stile europeo al pragmatismo yankee, perché trasuda autorevolezza e decisionismo; e perché ha dimostrato di saper gestire gli scrittori e i registi, i divi e i collaboratori, i finanziatori e i creditori ricorrendo a uno sterminato know how che va dai cento modi di chiudere un contratto all’arte di cucinare gli spaghetti».

Nel 2004 De Laurentiis è stato insignito del prestigioso David O. Selznick Achievement Award in Theatrical Motion Pictures, il premio alla carriera assegnato dalla Producers Guild of America.

Vettori collegati

Cinecittà

Federico Fellini

regista

Academy Awards

premio cinematografico

Vittorio De Sica

Regista/Attore

Lux Film

Società di produzione e distribuzione cinematografica

Fonti

Stephen Gundle, “‘We Have Everything to Learn from the Americans’: Film Promotion, Product Placement and Consumer Culture in Italy, 1945-1965”, «Historical Journal of Film, Radio and Television», 40:1, pp. 55-83.

Kristin Thompson e David Bordwell, Storia del cinema. Un’introduzione, Milano, McGraw-Hill, p. 206, 269.

Kinnard, Roy e Crnkovich, Tony, Italian Sword and Sandal Films, 1908-1990, McFarland, 2017.

Tullio Kezich e Alessandra Levantesi, Dino De Laurentiis, la vita e i film, Milano, Feltrinelli, 2001, p. 13.

Scheda redatta da: Giuseppe Gatti