La grande guerra

Film

1959-1961

Italia-Stati Uniti

scenario
categoria
media
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cinema

Mario Monicelli

Regista

Considerato uno dei capolavori del cinema del dopoguerra, La grande guerra (The Great War, 1959), con protagonisti Alberto Sordi e Vittorio Gassman per la produzione di Dino De Laurentiis, vale a Mario Monicelli la seconda candidatura all’Academy per il miglior film straniero, divenendo un importante manifesto dello spirito pacifista e antimilitarista dell’Italia del dopoguerra che consacra la figura di Monicelli nel panorama registico internazionale.

Nato da un’idea di Luciano Vincenzoni, che sceneggia il film con lo stesso Monicelli insieme al duo Age e Scarpelli, la vicenda prende spunto dai romanzi Un anno sull’Altipiano di Emilio Lussu e Con me e con gli alpini di Piero Jahier, entrambe opere di spicco della letteratura antifascista italiana. L’opera, infatti, racconta con vena tragicomica le vicende di una coppia di soldati italiani durante il primo conflitto mondiale, mostrando le atrocità della prima guerra mondiale e demitizzando la retorica patriottista attraverso l’ingenua eroicità dei protagonisti che, scampati alla disfatta di Caporetto, si immolano al nemico pur di non rivelare i piani della controffensiva italiana sul territorio del Piave.

Il film approda nelle sale americane nell’agosto 1961 cavalcando l’onda dei premi continentali, il precedente successo de I soliti ignoti (Big Deal on Madonna Street, Monicelli, 1959) e in congiunzione alla distribuzione di Boccaccio 70, grande produzione di export del cinema made in italy firmata da De Sica, Fellini, Visconti e lo stesso Monicelli. Prodotto da Dino De Laurentiis e distribuito da Lopert e United Artists, La grande guerra viene distribuito in versione ridotta sia con i sottotitoli sia col doppiato in lingua inglese, intercettando l’attenzione delle art house americane. L’appeal commerciale della pellicola è non a caso segnalato nella recensione apparsa su Boxoffice nel settembre del 1961 che esalta la qualità cinematografica delle scene di guerra, l’eccellente recitazione di Gassman, Sordi e Magnani e invita gli esercenti a “capitalizzare” i premi ottenuti dal film per potenziare la promozione americana. Nel pezzo è menzionata anche la presenza di Giuseppe Rotunno, Pietro Gherardi e Nino Rota, segno dell’ormai raggiunto ruolo di autorialità e visibilità delle maestranze italiane, anch’esse esercitanti un certo richiamo nel pubblico americano. Rotunno in particolare utilizza il formato VisaVision enfatizzando la profondità di campo, mentre De Laurentiis – dopo la mancata fornitura di attrezzature militari inizialmente promessa dal ministero della Difesa italiana – investe ingenti risorse finanziarie che rendono l’operazione altamente ambiziosa. Non a caso, fra le pagine del New York Times il film verrà paragonato alla qualità visiva di celebri film di guerra americani come The Big Parade (1925) di King Vidor e What Price Glory? (1952) di John Ford.

Per l’alto budget, l’impiego di vasto cast e del formato Cinemascope, come affermato anche da Peter Bondanella, La grande guerra rappresenta una combinazione alquanto unica fra commedia, kolossal storico e film di guerra. A differenza del classico film bellico l’opera di Monicelli racconta di due antieroi italiani che, alla fine della vicenda e dopo numerose gag comiche, rivelano nell’epilogo un eroismo che per la prima volta, almeno nel panorama del cinema italiano, non scadeva nella retorica patriottista che obnubilava la disfatta della prima guerra mondiale. Si tratta di un film chiave per riarticolare l’identità italiana del dopoguerra in senso moderno, soprattutto agli occhi dell’alleato americano. Capolavoro cinematografico e insieme “corso di storia”, come è stato definito in occasione della laurea ad honorem consegnata a Monicelli dall’Università di Udine, il film è stato restaurato e proiettato nel 2009 alla Mostra del Cinema di Venezia nella sua versione integrale, riaffermando il grande lascito culturale di questa opera nella cultura internazionale del dopoguerra. Come dichiarerà il New York Times, “The battle scenes are extraordinarily convincing, sometimes taking on the appearance of silent newsreels of the era, but in sharper focus, and the choreography, involving thousands of participants, is exceptionally skillful”. Rimasterizzato anche per l’home video, The Great War è stato ridistribuito e proiettato in America nel corso dei decenni, divenendo, ancora oggi, protagonista di studi e retrospettive in prestigiose istituzioni americane come il Lincoln Center di New York, la School of Cinematrographic Arts dell’Università della California del Sud, e molte altre.

Vettori collegati

Cinecittà

Cinema italiano del dopoguerra

Mario Monicelli

Regista

Fonti

Roderick, C. Morris, “At Venice Festival, a 1959 Masterpiece Takes Center Stage”, The New York Times, 3 Settembre 2009.

Peter, Bondanella, Italian Cinema. From Neorealism to the Present. New Expanded Edition, New York: Continuum, 1998, p. 147-48.

Bosley, Crowther, “Review 1 -- No Title:Serio-Comic Movie in Premiere at 2 Houses”, Aug. 31, 1961, https://www.nytimes.com/1961/08/31/archives/review-1-no-titleseriocomic-movie-in-premiere-at-2-houses.html

The Great War, USC Cinematographic School, https://cinema.usc.edu/events/event.cfm?id=12491

Scheda redatta da: Giuseppe Gatti