Fondo USIS di Trieste

https://www.youtube.com/watch?v=WA6mZw-UoUM

1941-1966

Italy; United States

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Il fondo audiovisivo dello United States Information Service è un giacimento documentario composto da 506 pellicole (prevalentemente copie positive sonore in 16 o 35mm, conservate in oltre settecento scatole), prodotte in parte negli Stati Uniti, in parte in Italia e in parte (minima) in altri paesi europei tra il 1941 e il 1966 per scopi di propaganda e informazione, e/o di vocazione didattico-educativa.

Vario per generi, il fondo comprende per lo più documentari, cinegiornali, film di fiction e animazione. I soggetti e temi trattati sono altrettanto vari: attività agricole, industriali e artigianali; la ricostruzione italiana all’indomani della guerra (vista tanto dalla prospettiva americana, quanto da quella locale); l’organizzazione sociale e politica negli USA; le condizioni di vita nei paesi dell’Europa dell’Est; la vita quotidiana in tutti i suoi aspetti; l’arte, lo sport, la divulgazione di conoscenze tecniche e scientifiche; descrizioni didattiche di mestieri e attività; problemi quotidiani e grandi questioni internazionali, come la sicurezza collettiva, o l’integrazione europea.

Si tratta dunque di una raccolta estremamente ricca e interessante, tanto più dal momento che costituisce l’unica cineteca di cui si abbia conoscenza e che non sia andata perduta, tra le dieci messe su nell'Italia del dopoguerra dagli organismi americani per l’informazione.

La storia del recupero di questo “tesoro in celluloide” ebbe inzio nel 1984, quando, nel corso dei lavori della Commissione di sorveglianza sull’archivio del Commissariato del Governo nella Regione Friuli-Venezia Giulia, il direttore dell’Archivio di Stato di Trieste, Ugo Cova, trovò in degli scatoloni seicentosettantaquattro bobine cinematografiche. Tre anni dopo, il fondo fu trasferito all’Archivio Centrale dello Stato (ACS), divenendo il primo e più consistente nucleo di documentazione audiovisiva conservato presso tale istituto. Dal momento, tuttavia, che l’ACS non disponeva di strumenti adatti a trattare e schedare materiali cinematografici, l’opera di recupero e catalogazione venne affidata all’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD).

La nazionalità delle pellicole del fondo è distribuita in misura quasi equivalente tra Stati Uniti e Italia, con una relativamente piccola presenza di materiale di produzione di altri paesi europei. In tale contesto, la produzione americana rappresenta il nucleo più “antico” ed è costituita, complessivamente, da duecentotrenta documentari e trentatre cinegiornali realizzati, per la maggior parte, a cavallo tra anni Quaranta e Cinquanta e compresivi di una serie di filmati risalenti agli anni della guerra. Rientrano tra questi, La vallata del Tennesse, prodotto nel 1944 dall’Overseas Branch dell’OWI, La cura del neonato, film dicarattere educativo della Walt Disney e i sette documentari del ciclo “Panorami d’America. Serie di quadri”, prodotti dall’OWI o dall’USIS e tutti ruotanti intorno alle idee chiave di progresso tecnologico e vita democratica. Risalgono poi agli anni del conflitto mondiale anche i venti “training films” di carattere fortemente didattico prodotti dalla Division of Visual Aids dello US Office of Education, nei quali il mezzo audiovisivo diventa strumento per l’insegnamento di operazioni tecniche, generalmente condotte nelle fabbriche. Il film industriale era, d’altra parte, molto diffuso negli Stati Uniti e ritenuto utile ai fini dell’aumento della produttività.

Possono, poi, essere fatti rientrare nel nucleo americano i sessanta documentari prodotti nell’ambito del Piano Marshall, sebbene alcuni di essi siano stati, in realtà, commissionati a produttori europei. Si tratta di filmati prodotti tutti tra il 1948 e il 1953 (prima dall’ECA, e poi dalla MSA), dedicati tanto ad argomenti o concetti di carattere generale, quanto a situazioni concrete in vari settori o paesi europei, o, in certi casi, allo specifico contesto italiano.

In una certa linea di continuità, quanto meno ideale, con i film del Piano Marshall, si pongono poi quelli di contenuto anticomunista. Il tema della contrapposizione tra modello occidentale e modello sovietico risulta, in realtà, più o meno implicitamente sotteso in numerosi filmati. È tuttavia, possibile individuare almeno otto documentari in cui il contenuto anticomunista è reso esplicito e l’attacco contro l’Unione Sovietica è diretto. Si tratta di film prodotti tra il 1956 e il 1960, quattro dei quali realizzati a seguito della rivolta in Ungheria e ad essa dedicati. Gli altri quattro, invece, sono dedicati alla fuga in Europa Occidentale di due ballerini ungheresi e di uno studente della Cecoslovacchia; alla contrapposizione tra la vita in un villaggio della Repubblica Federale Tedesca e quella in un villaggio cecoslovacco, appena al di là della frontiera; il quarto è un cartone animato dai forti e pungenti toni ironici, intitolato Uomini e Polli e dedicato a criticare il modello sindacale comunista.


Alla produzione americana di carattere documentario, si accompagnano, infine, trentatre cinegiornali, appartenenti a tre serie diverse: il “Cinegiornale USA” (in totale sette numeri), “Pagine Americane” (dodici numeri, uno dei quali conservato in doppia coppia italiana e slovena) e “La rivista cinematografica” (quattordici numeri). Il contenuto di queste cine-attualità era finalizzato, soprattutto, a familiarizzare gli italiani con gli Stati Uniti, spaziando dalla presentazione di specifiche istituzioni, come l’accademia militare di West Point, a quella dei diversi stati e monumenti statunitensi, o di cittadini americani; ma ci sono anche “brani” dedicati alla vita in molte città americane, colte in una dimensione quotidiana, o in situazioni di festa e folclore, tali da mostrare i principi alla base della convivenza civile negli Stati Uniti.


Per quanto riguarda, invece, la produzione italiana, la maggior parte si colloca negli anni Cinquanta, sebbene, in molti casi, i documentari non riportino la data di realizzazione, per cui risulta difficile ricostruirne la progressiva sedimentazione all’interno del fondo. Anche in questo caso, comunque, si possono individuare alcuni sotto-nuclei, il principale dei quali rappresenta anche il gruppo più consistente dell’intero fondo. Si tratta dei sessantaquattro documentari, prodotti a partire dal 1952, per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e oggetto di scambio di materiale audiovisivo tra l’USIS e il Centro di Documentazione. Si tratta di filmati (spesso docu-fiction) prodotti dal governo e, quindi, fonti istituzionali di informazione, la maggior parte dei quali avevano lo scopro di mostrare la ripresa economica e lo sviluppo da nord a sud del Paese (e, chiaramente, il ruolo fondamentale ricoperto dallo Stato); per quanto, comunque, non manchino documentari su istituzioni pubbliche nazionali, o ritratti di famosi artisti del passato, come Giotto, Borromini o Cellini.

Sempre nel nucleo di produzione italiana rientrano anche i venti documentari specificatamente dedicati a Trieste, alcuni dei quali vennero prodotti dal Commissariato generale del governo per il Territorio di Trieste (istituito nel 1954) e molti dei quali sono per lo più dedicati a mostrare la ripresa economica della zona, o a sottolinearne l’italianità.

Un altro gruppo di filmati italiani è, poi, quello comprendente un documentario (Torre Amendola date «K», prodotto nel 1955-57) e undici inchieste, relative alla serie “Le inchieste del Telegiornale,” prodotti dalla RAI tra il 1954 e il 1956, ossia in una fase in cui la televisione italiana stava ancora compiendo i primi passi. Rientrano in questa serie gli unici documentari di produzione italiana non aventi per soggetto l’Italia: tre sono le inchieste relative all’Olanda, mentre altre due sono dedicate, rispettivamente, alla ripresa e alla ricostruzione nella Repubblica Federale Tedesca (Panorama tedesco) e all’evoluzione e ai progressi fatti in Danimarca (Villaggio danese).


Ancora appartenenti al nucleo di produzione italiana sono due numeri de “La Settimana Incom” (per quanto il materiale di produzione INCOM nel fondo non si esaurisca ad essi) e trentadue documentari prodotti dal ricostituito Istituto Luce, molti dei quali di notevole interesse e anch’essi dedicati prevalentemente ai problemi e ai progressi dello sviluppo italiano, o a scene di vita quotidiana in un paese rinato dalle rovine. Il nucleo italiano comprende infine trentaquattro cinegiornali appartenenti alla serie “Oggi e domani. Panorami di vita e lavoro della nuova Europa”. Prodotti tutti tra il 1950 e il 1958, dalla Ovest Film o dalla Santa Monica, si tratta di attualità divise in più brani, con notizie e informazioni dall’Italia e dalle altre nazioni europee e per lo più relative ai temi della ripresa economica, del progresso industriale, della riforma agricola e della ricostruzione delle reti di trasporto e comunicazione.

Rispetto ai cinegiornali di produzione americana, l’intento propagandistico nei cinegiornali italiani è meno evidente e il taglio dei contenuti è in prevalenza informativo.

Di ideazione italiana, ma consistente in materiali di produzione europea, è, invece, la serie di cinegiornali “Rassegna mensile d’Europa”, di cui sono conservati nove numeri, anch’essi divisi in più brani e dedicati esclusivamente a vicende di altri paesi europei.

In generale, comunque, da un punto di vista stilistico e relativamente ai cinegiornali e ai documentari italiani, si può notare come, in quelli risalenti alla fase iniziale dei primi anni del dopoguerra, i moduli espressivi non siano molto distanti da quelli usati dal regime fascista; il tono del commento risulta, infatti, spesso lo stesso adottato nei cinegiornali Luce degli anni Trenta, mentre rimangono le marcette di sottofondo, le inquadrature “trionfalistiche” e il testo talora retorico e ridondante. Solamente nei filmati prodotti dalla metà degli anni Cinquanta la situazione sembra mutare in via definitiva, con un ammodernamento dei testi e dello stile espositivo, stimolato tanto da una certa influenza americana, quanto dall’avvento della televisione. Sempre più, infatti, il taglio delle inquadrature si fa moderno, mentre il montaggio sembra mettersi al ritmo con la velocità dei tempi e, perfino il jazz fa talora la sua comparsa in sottofondo.

Sul piano dei contenuti, invece, la produzione italiana non risulta troppo distante da quella americana, per lo meno nella scelta dei macro-argomenti (la ricostruzione, l’integrazione europea, i progressi nel mondo agricolo e industriale, la rete deittrasporti e delle comunicazioni, le scene di vita quotidiana, etc…). Se, però, i filmati di produzione americana non vanno oltre gli anni Cinquanta, circa una ventina sono i documentari italiani prodotti a partire dal 1960 (il più recente è Italiani nel mondo, prodotto nel 1965 dalla Opus Film per conto della Presidenza del Consiglio e dedicato alle varie esportazioni italiane nel mondo). Nella maggior parte dei casi si tratta di film dedicati all’avvenuta modernizzazione del paese, oppure a eventi di rilievo, come le Olimpiadi di Roma del 1960, o anche i lavori per la costruzione dell’Autostrada del Sole. Un caso a sé e particolare è costituito, infine, dai nove documentari in sloveno, tre dei quali conservati anche in copia italiana e la presenza dei quali è connessa all’esistenza, nella Zona A del TLT, di una minoranza di popolazione di lingua slovena.

La cifra indubbiamente più interessante dei documentari di produzione italiana è il modo in cui veicolano una precisa idea di modernizzazione all'italiana: un modello di modernità fondato su un'ideale combinazione di innovazione e tradizione. In tale contesto, anche il supporto alle prime forme di produzione e consumo di massa è accompagnato, nei documentari italiani, da una retorica patriottica dominata dall’immagine del made in Italy, etichetta – si puntualizza – oramai apprezzata ed esportata in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti.

 

Vettori collegati

USIA

United States Information Agency

USIS - Italia

Network di uffici dello United States Information Service in Italia

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Fonti

Archivio Central dello Stato (ACS) - Canale YouTube: https://www.youtube.com/c/canaleACS

Barbera, Giulia e Giovanna Tosatti (a cura di). United States Information Service di Trieste. Catalogo del fondo cinematografico (1941-1966). Roma: Ministero per i beni e le attività culturali – Direzione Generale degli Archivi, 2007.

Crisanti, Giulia. "Modernizzazione in celluloide. Le politiche di informazione americane in Italia e il Fondo USIS di Trieste (1941-1966)." Tesi di Laurea Magistrale, Università di Pisa, 2015.

Bonifazio, Paola. Schooling in modernity: the politics of sponsored films inpostwar Italy. Toronto: University of Toronto Press, 2014.

Pellecchia, Mattia. "L’amico americano: il fondo USIS e la propaganda del Piano Marshall." Tesi di diploma di Specializzazione in Storia e fonti del documento audiovisivo, Roma: Sapienza - Università di Roma, 2013.

Scheda redatta da: Giulia Crisanti