USIA

United States Information Agency

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1945-1999

Washington DC

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Nel 1939, allo scoppio della guerra, gli Stati Uniti erano l’unica potenza priva di un servizio di propaganda internazionale. Lo sviluppo del conflitto mondiale mutò tuttavia la situazione. La forza dell’aggressione nazista convinse, infatti, molti americani che maggiori sforzi erano necessari per sostenere la fiducia nei valori democratici nel Vecchio Continente.

Il presidente Roosevelt diede dunque vita a una prima serie di organismi con compiti di informazione, istituendo prima l’Office of Government Report (OGR) e poi il Coordinator of Inter-American Affairs. Fu, tuttavia, solo dopo le elezioni del 1940 e la conferma del mandato che si alzarono voci più insistenti a favore della creazione di un ufficio specificatamente incaricato delle attività di propaganda e informazione.

Nel luglio del 1941, Roosevelt emanò un ordine militare con cui veniva istituito l’Office of the Coordinator of Information (COI), affidandogli non solo le attività di propaganda, ma anche quelle di guerra psicologica.

Con l’entrata in guerra del paese, le operazioni di informazione e propaganda assunsero poi maggiore importanza. In particolare, il 13 giugno 1942 venne istituito l’Office of War Information (OWI), il quale riuniva  tutte le funzioni dei precedenti uffici. Compito ufficiale dell’OWI era di condurre “formulated and executed information programs to promote, in the United States and abroad, understanding of the status and progress of the war effort and of war policies, activities and aims of the US government." Fu l'Overseas Branch dell'OWI a dare poi vita ad un’ampia rete di uffici, in tutti i paesi europei coinvolti nel conflitto, denominati United States Information Services.

Sotto l’egida di questi uffici vennero aperte, già dal 1945, le prime “American libraries” nelle città europee e si continuò a distribuire articoli, materiale informativo, foto e volantini e a proiettare documentari.

Al termine del conflitto, l'OWI venne ufficialmente chiuso. Le parole con cui Truman ne diede notizia rivelarono tuttavia la volontà di non chiudere il capitolo dei servizi di informazione insieme a quello della guerra: "The nature of the present-day foreign relations makes it essential for the United States to mantain information activities abroad as an integral part of the conduct of our foreign affairs."
Si trattava del primo riconoscimento ufficiale circa il bisogno di un “peacetime propaganda system” avente struttura permanente. Un primo passo in tale direzione era, d’altra parte, già stato fatto nel 1944, con la creazione del ruolo di Assistant Secretary of State in charge of Public and Cultural Affairs e la nomina di William Benton per tale incarico. Fu, infatti, grazie all’iniziativa ealle sollecitazioni di Benton che si iniziò a lavorare concretamente per la formazione dell’Office of International Information and Cultural Affairs (OIC), operativo dal primo gennaio 1946. Ad esso fu affidata l’amministrazione delle funzioni e delle attività d’informazione avviate nel corso del conflitto e l’ideazione di nuovi programmi: l’International Broadcasting Division (IBD), l’International Press and Publication Division (INP), l’International Motion Picture Division (IMP),  l’International Exchange of Persons Division (IEP) e, infine, la Division of Libraries and Institutes (ILI).

Nel gennaio del 1948, dopo un visita agli uffici USIS in Europa, lo Smith-Mundt group presentò un  rapporto al Congresso sollecitando gli Stati Uniti "to take positive and aggressive steps to carry the true story of her ideals, motives and objectives to a demoralized and groping Europe." Il rapporto servì a dare la spinta finale all’emanazione, il 27 gennaio del 1948, della Public Law 402, lo United States Information and Educational Exchange Act, più comunemente noto come Smith-Mundt Act. Lo scopo esplicito era di “promoting better understanding of the United States abroad and increasing mutual understanding between the people of the United States and the people of other countries." La legge autorizzava, così, l’avvio di un programma di informazione, per la diffusione di notizie e informazioni sugli USA, la loro popolazione, il loro sistema politico, le loro istituzioni e le loro politiche estere.

Nel 1949 la direzione dei programmi di informazione fu affidata a Edward W. Barret, il quale contribuì ad accrescerne il ruolo e a mutare toni e contenuti del programma. Fu, infatti, Barret a coniare lo slogan “campaign of truth,” adoperato poi dallo stesso Truman per indicare una svolta nelle strategie politiche americane, dopo lo scoppio della Guerra in Corea.

Proprio quest’ultima rese tanto più urgente aumentare le denunce americane contro l’aggressività dell’Unione Sovietica e la capacità di offrire un’immagine positiva e rassicurante della potenza statunitense. Ne
conseguì un maggiore ruolo del programma informativo nel quadro della politica estera americana, tale da trasformarlo – nelle parole del Segretario di Stato Dean Acheson – in un “Marshall Plan of ideas”.

Nel 1952,  all’interno del Dipartimento di Stato fu creata un’agenzia semi-autonoma per coordinare e guidare il lavoro dei due uffici, la International Information Administration (IIA). L'anno seguente, il nuovo presidente Eisenhower manifestò apertamente la propria volontà di trasformare i programmi di informazione in uno strumento efficace e centrale della politica nazionale. Appena un mese dopo essere entrato in carica, nominò, quindi, un comitato di privati cittadini – il President’s Committee on International Information Activities, meglio noto come Jackson Committee –, con il compito di esprimersi sull’eventuale creazione di un’agenzia d’informazione
indipendente.
Nel maggio del 1953, l’Advisory Committee fu il primo ad esprimersi ufficialmente a riguardo, proponendo di istituire una nuova "foreign information agency."

Il primo luglio Eisenhower presentò al Congresso un piano di ristrutturazione per la creazione della United States Information Agency (USIA) come organizzazione indipendente; la gestione del programma per lo “scambio di persone” rimase, però, di competenza del Dipartimento di Stato. Ad esso rimaneva, inoltre, affidato anche il compito di stabilire le linee generali di politica estera a cui l’agenzia avrebbe dovuto rifarsi. Veniva, infine, previsto che nei vari paesi gli uffici locali USIS facessero riferimento non più all’ambasciata, ma al capo della missione diplomatica americana, mentre i finanziamenti e le istruzioni operative sarebbero state trasmesse direttamente dall’Agenzia centrale di Wahington. Il 3 agosto l’USIA divenne, dunque, ufficialmente operativa sotto la direzione di Theodore C. Streibert.

La natura della nuova agenzia, i suoi obiettivi, gli “strategic principles”, l’approccio e le linee guida da adottare venivano chiariti in un documento fatto pervenire a tutti gli USIS posts tra il 1953 e il 1954; in esso si legge: USIA is an instrument of US foreign policy […] Its function is to affect the action of governments of other countries by using communication techniques to influence effective public opinion within this countries, in order to further the aims of US foreign policy."
La convinzione di fondo era, dunque, che, intorno alle parole chiave della politica e del modello americano – il progresso del mondo libero in nome della pace – si dovesse costruire il consenso nel blocco Occidentale.

Per quanto riguarda l’organizzazione interna degli uffici, le sedi estere riproducevano la struttura data all’agenzia centrale in America, consistente in una divisione in sei aree: informazione, cultura, ricerca, radio diffusione, scambi culturali e film.

Nei decenni successivi, l'USIA continuò ad operare come agenzia indipendente, responsabile per il coordinamento dei centinaia di uffici di informazione americani nel mondo. A partire dagli anni Novanta, tuttavia, la vittoria americana nella Guerra Fredda e la fine dello scontro ideologico contro il comunismo resero il suo ruolo progressivamente meno importante. L'USIA venne quindi ufficialmente chiusa dal 1999.

Vettori collegati

Programma Fulbright

programma di scambio culturale

Clare Boothe Luce

Ambasciatrice americana in Italia

Fondo USIS di Trieste

USIS - Italia

Network di uffici dello United States Information Service in Italia

Fonti

Tobia, Simontte. Advertising America. The United States Information Service in Italy (1945-1956). Milano: Il Filarete, 2008.

Bruti Liberati, Luigi. "Words, words, words." La guerra fredda dell’USIS in Italia (1945-1956). Milano: CUEM, 2004.

Dizard, Wilson P. The strategy of truth. The story of the United States Information Service. Washington: Public Affairs Press, 1961.

Crisanti, Giulia. "Modernizzazione in celluloide. Le politiche d’informazione americane in Italia e il FondoUSIS di Trieste (1941-1966)," Tesi di Laurea Magistrale, Università di Pisa, 2015.

Scheda redatta da: Giulia Crisanti