Mario Schifano

Pittore italiano

http://www.arte.it/artista/mario-schifano-103

1934; 1998

Homs; New York; Roma

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Nato il 20 settembre 1934 in Libia, dove il padre lavorava come archeologo, Mario Schifano si stabilì a Roma nel 1941 e lì poi trascorse la maggior parte della propria vita. Senza aver mai portato a termine le scuole medie cominciò a lavorare come aiuto restauratore al Museo Nazionale di Arte Etrusca di Roma e ad avvicinarsi da autodidatta al disegno e alla pittura. Grazie alla vicinanza di intellettuali come Emilio Villa e Mario Diacono riuscì a esporre le sue prime opere, dei cementi su tela: presto si ritagliò un proprio spazio in città, tra gli artisti a lui coetanei – Franco Angeli, Tano Festa, Francesco Lo Savio e Giuseppe Uncini – e i pittori della generazione appena precedente, da Piero Dorazio a Toti Scialoja, da Achille Perilli a Mimmo Rotella.

Nel 1960 cominciò a lavorare con la sola pittura: presto elaborò una tecnica del tutto sua, che prevedeva la stesura di smalti industriali molto vivaci su fogli di carta precedentemente incollati sulla tela. I suoi monocromi così realizzati – ed esposti a Roma tra il ’60 e il ’61 in importanti gallerie come la Salita e la Tartaruga – attirarono l’attenzione della gallerista statunitense Ileana Sonnabend, che lo mise sotto contratto e che gli diede anche la grande opportunità di esporre un proprio lavoro alla mostra newyorchese The New Realists, tenutasi negli spazi della Sidney Janis Gallery nell’ottobre 1962. In quell’occasione Schifano – che non viaggiò e non vide la mostra di persona – espose uno dei primi lavori della sua nota serie Grande particolare di propaganda, con la quale l’artista si lasciò alle spalle la stagione dei monocromi avvicinando invece soggetti figurativi. Nello specifico, questa serie isolava un dettaglio del logo della Coca-Cola e lo riproduceva ingrandito, dipinto con smalti molto ricchi e colanti che lasciavano volutamente intravedere le imprecisioni dei fogli incollati sulla tela.

L’inclusione dell’artista in quella mostra favorì la ricezione statunitense di Schifano come artista Pop o new-Dada, facendone passare in secondo piano la manualità e l’originalità (i lavori di Propaganda, contemporanei per esempio agli analoghi quadri sui loghi Esso, furono elaborati in totale indipendenza dai coevi lavori di Andy Warhol sulla stessa Coca-Cola).

L’inizio di questo nuovo percorso “figurativo” coincise anche con l’allontanamento dalla gallerista Sonnabend e con l’avvicinamento alla Galleria romana Odyssia. Al dicembre 1963 risale il primo viaggio di Schifano a New York. Nei sei mesi lì trascorsi insieme alla fidanzata Anita Pallenberg, Schifano ebbe l’opportunità di vedere dal vivo le opere di artisti come Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Andy Warhol, Larry Rivers e Jim Dine e nell’aprile 1964 tenne nella sede newyorchese della Galleria Odyssia la sua prima personale statunitense. I rapporti con i compratori e gli altri artisti, però, furono probabilmente più difficili del previsto (e in questo la rottura abbastanza turbolenta con Ileana Sonnabend non aiutò – su tutta questa prima stagione, cfr. Gastaldon 2015 e Gastaldon 2021). Ciononostante, Schifano ebbe la fortuna di incontrare (e, per un certo tempo, di vivere a un solo piano di distanza) il poeta, critico e curatore del MoMA Frank O’Hara, che introdusse lui e Pallenberg alla scena underground della città, alla musica Jazz e ai poeti della New York School. Durante quella primavera, Schifano e O’Hara collaborarono anche alla realizzazione di una serie di fogli, disegnati dal primo e con testi del secondo, che furono poi portati ed esposti in Italia (De Bei, Ronchi 2017; Framing Words&Drawings… 2021).

Alla fine di maggio il primo viaggio americano si concluse e Schifano tornò in Europa: la partecipazione alla Biennale veneziana del 1964 confermò il suo successo, che si consolidò nel biennio successivo grazie a importanti mostre romane e grazie alla collaborazione con il gallerista Giò Marconi. Sempre più noto su tutto il territorio nazionale, Schifano divenne un punto di riferimento fondamentale per la scena culturale romana e fu amico dei più importanti artisti, scrittori e intellettuali del tempo – da Alberto Moravia a Giuseppe Ungaretti, da Sandro Penna a Renato Guttuso e Goffredo Parise (Facing America, New York 2021). Nel frattempo, all’inizio del 1965, un secondo viaggio meno documentato lo portò negli Stati Uniti insieme all’amico Tano Festa. Probabilmente deluso dai contatti mancati, però, Schifano fece ritorno al di là dell’Atlantico solo un’altra volta, nel 1970: in quell’occasione, di cui ci rimane qualche fotografia e che doveva servire come sopralluogo per un film poi mai girato, l’artista raggiunse anche Washington D.C. e la California.

Nella seconda metà degli anni Sessanta Schifano non solo portò a termine alcune delle sue opere più note – alcune, tra il 1968 e il 1969, molto esplicite nel raccontare la sua vicinanza agli ambienti della sinistra extra-parlamentare – ma decise anche di affiancare alla pittura anche il lavoro con altri media: inizialmente si dedicò alla fotografia e al cinema, come regista, e poi a un lungo lavoro con le immagini in movimento e con la televisione. Sempre alla fine dei Sessanta ebbe modo di conoscere e lavorare con i Rolling Stones, che a lui dedicarono la loro canzone Monkey Man (1969).

Negli anni Settanta, Ottanta e Novanta Schifano trascorse la maggior parte del proprio tempo a Roma, dove non smise mai di dipingere né di vendere – e il suo successo, anzi, non conobbe mai crisi. Le amicizie, le avventure, gli amori e le opere di quegli anni sono state ben raccontate dagli amici che lo conobbero personalmente, i cui ricordi oggi formano un’importante biografia d’artista (Ronchi 2012). Schifano morì a Roma il 26 gennaio 1998.

Vettori collegati

Goffredo Parise

Scrittore, giornalista, drammaturgo, poeta

Giuseppe Ungaretti

Poeta, Scrittore, Traduttore

Coca Cola

Bevanda gassata prodotta dalla Coca Cola Company

Documenti consultabili

Fonti

De Bei, Ronchi 2017: Monica De Bei e Luca Ronchi. Words & Drawings. Frank O'Hara Mario Schifano. Roma: Archivio Mario Schifano, 2017.

Gastaldon 2015: Giorgia Gastaldon, Ileana Sonnabend e Mario Schifano: un epistolario (1962-1963), «Storia dell’arte», n. 140, gennaio-aprile 2015, pp. 148-176.

Gastaldon, Giorgia. Schifano. Comunque qualcos’altro 1958-1964, Roma 2021.

Guzzetti, Franceso (a cura di). Facing America 2021: Facing America. Mario Schifano 1960-1965, catalogo di mostra (New York, Center for Italian Modern Art, Jan. 24-Nov. 13 2021), New York 2021.

Framing Words&Drawings… 2021:  Framing Words&Drawings. Mario Schifano, Frank O’Hara, and Poet-Painter Collaborations around 1964, registrazione delle giornate di studi (New York, Center for Italian Modern Art, 17 giugno-1 luglio 2021), disponibili al link: https://vimeo.com/italianmodernart.

Ronchi, Ronchi (a cura di), Mario Schifano. Una biografia, Monza 2008.

Scheda redatta da: Virginia Magnaghi