Alberto Tarchiani

Ambasciatore italiano negli Stati Uniti

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1885-1964

Roma; Washington DC

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Politico repubblicano, fervente antifascista e importante diplomatico italiano, Alberto Tarchiani fu ambasciatore italiano in America negli anni dell'immediato dopoguerra, in una fase in cui l'emergere della Guerra Fredda e la popolarità del partito comunista nella penisola rendevano l'alleanza con l'Italia di strategica importanza per gli Stati Uniti.

Alberto Tarchiani nacque a Roma, l'11 novembre 1885. A soli 18 anni iniziò l'attività di giornalista, scrivendo e facendo da redattore per il Nuovo Giornale di Firenze. Nel 1907 si trasferì ngli Stati Uniti, dove lavorava come corrispondente estero, dirigendo al contempo il settimanale in lingua italiana Il cittadino, stampato e distribuito nella città di New York. Qui conobbe la sua prima moglie, Teresa Minetti, e acquistò familiarità con la società e le istituzioni americane. Tornò poi in Italia per arruolarsi volontario durante il primo conflitto mondiale, sposando la causa interventista.

Dal 1919, Tarchiani inizia a lavorare come giornalista presso Il Corriere della Sera, diventando caporedattore l'anno seguente, anche grazie al sodalizio con Luigi Albertini. A seguito dell'allontanamento di quest'ultimo dal giornale (per le sue posizioni antifasciste) Tarchiani stesso abbandonò Il Corriere nel 1925, scegliendo di espatriare in Francia e unendosi al gruppo di antifascisti organizzato a Parigi da Gaetano Salvemini.

Nel 1929, Tarchiani fu, insieme a Gioacchino Dolci, tra i principali organizzatori della fuga dal confino di Carlo Rosselli, Emilio Lussu e Francesco Nitti. Poco dopo partecipò alla fondazione di "Giustizia e Libertà," divenendo successivamente autore dei pezzi di politica internazionali pubblicati sulla rivista del movimento, i Quaderni di Giustizia e Libertà.

Durante gli anni Trenta prese parte a diverse iniziative antifasciste, lasciando tuttavia il gruppo di Giustizia e Libertà a seguito dell'omicidio dei fratelli Rosselli, nel 1937. Quello stesso anno fondò, insieme a Rodolfo Piacciardi, il settimanale politico La Giovine Italia, di chiaro orientamento repubblicano e mazziniano.

Nell'estate del 1940, a seguito dell'occupazione nazista della Francia, è di nuovo negli Stati Uniti, dove insieme a Carlo Sforza e Max Ascoli promuove l'associazione antifascista e filostatunitense "Mazzini Society," di cui diviene segretario.

Durante questo secondo periodo newyorchese, Tarchiani scrive anche per la rivista della organizzazione, la Mazzini news. Obiettivo del movimento era di proporre al governo statunitense un interlocutore  capace di essere anche punto di riferimento e svolgere un’azione di capillare propaganda antifascista nei confronti della comunità italoamericana. Le relazioni stabilite come segretario della "Mazzini Society" con alcuni membri del governo statunitense si sarebbero rivelate molto importanti durante gli anni da ambasciatore.

Nel 1943 rientra in Italia, dove nel 1944 partecipa allo sbarco alleato ad Anzio, per poi aderire  al Partito d’Azione, orientandosi verso la sua ala liberaldemocratica. Come rappresentante del partito, Tarchiani fu nominato ministro dei Lavori pubblici nel secondo governo Badoglio (aprile-giugno 1944).

Dal momento che era considerato un esperto conoscitore della società americana, già nell’autunno del 1944 il suo nome iniziò a circolare come possibile rappresentante italiano a Washington. La sua candidatura fu sponsorizzata, in particolare, da Carlo Sforza. Venne ufficialmente nominato ambasciatore nel febbraio del 1945, durante il secondo governo Bonomi, in cui De Gasperi era ministro degli Esteri.

L'esperienza e conoscenza che aveva dei meccanismi isituzionale e amministrativi statunitensi permise a Tarchiani di svolgere un ruolo di primo piano, non solo di affiancamento ma anche di sostegno a  De Gasperi, con il quale stabilì da subito un rapporto di stima reciproca.

Il  mandato di ambasciatore durò dieci anni, dal 1945 al 1955, coprendo un decennio di grandissima rilevanza, in cui le relazioni con gli Stati Uniti risultavano tanto centrali quanto complesse nel generale contesto della guerra fredda.

Il primo problema che si trovò ad affrontare come ambasciatore fu la necessità di garantire e far arrivare all'Italia aiuti materiali e  finanziari dagli Stati Uniti. Tarchiani seppe fare leva sulla sua rete di relazioni per migliorare l'immagine e la legittimità politica italiana all'estero, facilitando così il lavoro delle missioni italiane inviate a Washington in quegli anni e impegnandosi per superare lo status di Paese ex nemico e le diffidenze americane verso l'Italia.

Nel 1947, Tarchiani svolse un ruolo particolarmente importante nel viaggio di De Gasperi a Washington, facilitando l'incontro con il  presidente Harry Truman, oltre che con diversi esponenti della comunità italoamericana.

Fervente filoamericano, Tarchiani rimase sempre convinto che un rapport stretto con gli Stati Uniti fosse irrinunciabile. Il suo mandato si concluse nel 1955 con la fine dell’era degasperiana.

Al suo ritorno dall'America, Tarchiani abbandonò la scena politica, dedicandosi alla scrittura di saggi e memorie.

Morì a Roma il 30 novembre 1964.

Vettori collegati

Max Ascoli

Clare Boothe Luce

Ambasciatrice americana in Italia

Alcide De Gasperi

Primo ministro italiano e politico democristiano

"Letters from her excellency ambassador Luce and his excellency ambassador Tarchiani"

Interiors, 4/1954

Media gallery

Fonti

Tarchiani, Alberto. Il mio diario di Anzio. Milano: Mondadori, 1947.

Roma, Ministero degli Affari esteri, Archivio storico diplomatico, Fondo Ambasciata d’Italia in Washington (1947-57) e Segreteria De Gasperi (1944-46, 1951-53). I documenti diplomatici italiani, 10ª serie: 1943-1948, I-VII, Roma 1992-2000, e 11ª serie: 1948-1953, I-VI, Roma 2005-2015, ad indicem.

Tirabassi, Maddalena. "La Mazzini Society (1940-1946). Un’associazione degli antifascisti italiani negli Stati Uniti," in Migone, Gian Giacomo, Giorgio Spini e Massimo Teodori (a cura di), Italia e America dalla grande guerra ad oggi, Padova: Marsilio, 1976, pp. 141-158.

Scheda redatta da: Giulia Crisanti