1959
L'articolo riporta la notizia della costruzione del grattacielo Pirelli, ad opera di importanti "nomi" dell'architettura e dell'ingegneria italiane: gli architetti Gio Ponti e Alberto Rosselli, gli ingegneri Antonio Fornaroli, Giuseppe Valtolina ed Egidio Dell'Orto, con la collaborazione di ingegneria strutturale di Pier Luigi Nervi e del Prof. Arturo Danusso. «Il risultato di questa combinazione di talenti è un edificio di interessanti innovazioni strutturali ricoperto da una pelle che lo avvicina pericolosamente nell'aspetto agli edifici di facciata continua di Park Avenue a New York».
Alla sintetica descrizione dell'edificio l'autore accompagna una pacata critica, come si deduce dal sottotitolo dell'articolo, «l'effetto finale è smorzato». Il forte impatto formale determinato dall'uso del cemento precompresso nei pilastri e nei soffitti sembra infatti avere un impatto molto maggiore rispetto alla «blanda facciata» dell'edificio completato: «qui si rileva la "bella mano italiana" di Nervi».
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