Cinema italiano del dopoguerra

Pubblico Dominio

1945-1965

Italia

scenario
categoria
media
tag
cinema

Italian Film Export

Casa di distribuzione

Sorelle Fontana

Fashion Designer

Federico Fellini

regista

Sophia Loren

attrice

Negli studi di cinema, il cinema italiano del dopoguerra è compresa fra il 1946 e il 1972, con la sua epoca d'oro nel decennio 1958-1968, quando l'industria nazionale passa da 141 a 246 produzioni filmiche all'anno. Il periodo comprende i due principali filoni dell'export cinematografico italiano del dopoguerra, il neorealismo di Rossellini, De Sica e Visconti degli anni Cinquanta e il cinema d'autore (o art film) di Fellini, Antonioni, Pasolini e Wertmuller degli anni Sessanta. Ma all'interno di questo periodo si possono annoverare anche altri generi e autori che hanno reso celebre il cinema italiano nell'America del dopoguerra: la commedia all'italiana di Germi, Risi, Monicelli a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta; e lo spaghetti western di Leone e Corbucci e le forme del così detto cinema "vernacolare" di autori meno celebrati dall'Academy come Bava, Fulci e Margheriti fra gli anni Sessanta e Settanta.

Il cinema italiano del dopoguerra è rappresentativo della modernizzazione di usi, costumi e poetiche dell'Italia post-fascista che - proprio attraverso il cinema - verrà raccontata e recepita negli Stati Uniti attraverso particolari temi ed estetiche. Il connubio fra paesaggio architettonico e spazio sentimentale, la forma aperta del racconto, l'artigianale eccellenza delle forme di produzione, la convivenza fra arcaicità e modernità, popolarismo e glamour, nonché la proposizione di modelli innovativi di divismo transnazionale, sono le caratteristiche principali sviluppate dal cinema italiano che lo hanno reso un vero e proprio mediatore culturale nell'America del dopoguerra.

Ulteriori "ambasciatori/trici" del cinema italiano del dopoguerra sono, oltre agli autori già citati, anche produttori come Ponti, De Laurentiis, Rizzoli; divi/e come Loren, Mastroianni, Cardinale e Brazzi, insieme a maestranze, designer e autori come Flaiano, Amidei, Gherardi, Rota, e studi di moda come Ferragamo e Fontana. Dopo i virtuosismi tecnici introdotti dal kolossal italiano Cabiria (Pastrone, 1914), il lavoro concertato di queste figure riafferma negli States l'idea che l'Italia sia alle prese con un nuovo rinascimento artistico e sociale in grado di produrre innovazione e modelli d'eccellenza per i tempi a venire.      

Nel 1951 grazie a un accordo fra ANICA e l'American Motion Picture Export Association, l'esportazione dei film italiani in America viene sensibilmente incrementata (saranno circa 220 nel quinquennio 1951-55). A questo accordo si aggiunge il lavoro di alcune case americane specializzate nella distribuzione di film europei (come la Mayer-Burstyn che distribuirà Roma Città Aperta di Rossellini), ma anche di agenzie come Astor (responsabile della distribuzione de La dolce vita di Fellini) che opera un'efficace strategia di pre-vendita delle pellicole italiane nelle sale ancor prima che i film vengano proiettato negli States. Come riporta Bondanella, a proposito dei film prodotti fra il 1945 e il 1953: "molti erano apprezzati più all'estero che a casa", mentre il minore ma significativo mercato dell'export italiano in America riesce a far breccia fra i critici, gli universitari e il pubblico cosmopolita grazie anche al lavoro dell'Italian Film Export (1951-57), società di doppiaggio e distribuzione dei film italiani in America fondata dall'imprenditore Renato Gualino.   

Il circuito dei cineclub assicura inoltre una diffusione capillare anche fra i piccoli centri e le comunità giovanili, grazie alla riproposizione in forma d'essai dei capolavori degli anni Cinquanta e Sessanta che sarà di ispirazione per i registi della New Hollywood ma anche di autori postclassici come Spike Lee e Quentin Tarantino.

Inoltre, grazie alla reiterata presenza di prodotti e icone del Made In Italy (abiti, bevande, veicoli, architetture, paesaggi, ecc.)questi film operano dei “transiti emozionali”, innescando ancora oggi nel pubblico americano dei veri e propri "viaggi interiori" ogniqualvolta questi stessi scenari e prodotti vengono evocati in altri contesti mediali (riviste, pubblicità, show televisivi, romanzi, film d'animazione, spettacoli dal vivo, ecc.). Non a caso brand internazionali come Campari, organizzano le loro campagne pubblicitarie attorno all'immaginario felliniano della dolce vita, mentre con l'avvento dell'home video, i così detti registi della "dolce morte" (Bava, Fulci, Argento, Margheriti) vengono riscoperti e ridistribuiti nel mercato giovanile americano.     

Vettori collegati

Federico Fellini

regista

Marcello Mastroianni

attore

La dolce vita

film

Cineritz

casa di produzione e distribuzione

Italian Film Export

Casa di distribuzione

La baia di Napoli

film

Eitel Monaco

Produttore/Presidente Anica

Joseph E. Levine

Distributor/Producer

Franco Cristaldi

Produttore

Life magazine

Rivista illustrata

La ciociara

Film

I soliti ignoti

Film

Michelangelo Antonioni

Regista

La ragazza con la pistola

Film

Monica Vitti

Attrice

Mario Monicelli

Regista

La grande guerra

Film

Ennio Morricone

Composer

Titanus

Casa di produzione cinematografica

Media gallery

Fonti

Bondanella, Peter, Italian Cinema: from Neoralism to Present, Terza Edizione, Continuum, New York, 2008.

Robert, Hawkins, "Italy's Galloping Cinema", «Variety», 26 April, 1961, p. 62. 

Scheda redatta da: Giuseppe Gatti