Clare Boothe Luce

Ambasciatrice americana in Italia

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1903 / 1987

New York, NY; Washington DC, Usa

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Clare Booth Luce nacque a New York il 10 marzo del 1903. Nel corso della sua vita ha lavorato come attrice, giornalista, scrittrice e sceneggiatrice di successo, membro del Congresso americano e ambasciatrice statunitense in Italia. Sposata in seconde nozze con l’importante editore e proprietario delle riviste Time, Life e Fortune, Henry Luce, Clare Boothe Luce e il marito furono tra i principali sostenitori del partito repubblicano nel dopoguerra, partecipando attivamente alla campagna per l’elezione di Eisenhower nel 1952. I suoi oltre 100 discorsi e il suo generale contributo alla campagna elettorale indussero Ike a premiarla con la nomina di ambasciatrice a Roma, rendendola la prima donna a ricoprire tale funzione in un’ambasciata americana di rilievo. 
Cattolica per conversione e intransigente anti-comunista, la nomina della Luce appariva tanto naturale quanto provocatoria, in un contesto italiano segnato dalla presenza del più grande partito comunista d’Occidente e da una forma di bipartitismo imperfetto che aveva costretto gli americani ad allearsi con la Democrazia Cristiana. 
La scelta di Eisenhower fu negativamente recepita dai comunisti italiani, ma positivamente accolta da De Gasperi, soprattutto grazie alla mediazione dell’ambasciatore italiano a Washington, Alberto Tarchiani, il quale fece notare al primo ministro i vantaggi di avere a Roma una figura legata da rapporti personali al presidente americano.
Arrivata a Napoli a bordo dell’Andrea Doria nell’Aprile del 1953, la Luce si fece da subito notare per il suo attivismo. Già dai primi mesi, iniziò a girare instancabilmente la penisola, presenziando a fiere, eventi pubblici e importanti inaugurazioni (nel febbraio del 1955 ufficiò, tra le altre cose, l’apertura della John Hopkins University a Bologna). Gli sforzi costanti per conquistare gli italiani sono confermati dalle carte d’archivio e dai report inviati al Dipartimento di Stato, costellati entrambi dalle numerose lettere di apprezzamento che l’ambasciatrice ricevette da cittadini e, soprattutto, da cittadine italiane di ogni età. 
Il suo interventismo fu tuttavia ricorrentemente percepito come una forma di eccessiva ingerenza negli affari interni italiani e aspramente criticato non solo da comunisti e socialisti, ma anche da esponenti della DC e del mondo economico italiano. L’ambasciatrice mantenne rapporti molto freddi con il presidente Giovanni Gronchi e, nel suo sostegno agli interessi delle società petrolifere americane, tenne sempre una linea di contrasto nei confronti di Enrico Mattei, trovando invece maggiore sostegno nelle forze politiche di destra e nazionaliste. Tra i suo principali estimatori e confidenti italiani vi fu anche il giornalista Indro Montanelli.
Il suo fervente anti-comunismo la spinse poi a criticare la – a suo giudizio – troppo poco aggressiva linea tenuta tanto dalla DC di De Gasperi quanto da quella di Scelba nei confronti del PCI. A riprova della sua influenza, all’inizio del 1954, diversi giornali americani si riferirono alle impressioni della Luce per esprimere un generale disappunto nei confronti delle inefficaci politiche anti-comuniste realizzate dal governo italiano.
In linea con il suo interventismo, conservatorismo e anti-comunismo, nel 1954 l’ambasciatrice mandò un chiaro monito al management della FIAT, comunicando che i fondi OSP destinati all’industria di Torino sarebbero stati congelati se l’azienda non avesse adottato misure per ridurre il consenso dei suoi lavoratori nei confronti della CGIL. L’anno successivo la Luce minacciò, invece, di boicottare il Festival del Cinema di Venezia, qualora fosse stato proiettato Blackboard Jungle, causando il ritiro della pellicola. 
Tale approccio era in linea con quello adottato dall’ambasciatrice nei confronti delle politiche di informazione statunitensi in Italia. Nel suo contributo alla riorganizzazione degli uffici USIS, la Luce portò infatti avanti due linee precise: offrire una informazione selettiva sulla società americana, in modo da costruirne un’immagine positiva ed edulcorata; realizzare una riconversione delle risorse USIS, al fine di italianizzare le strutture di informazione e concentrarsi non più sulle masse, ma sul ruolo degli intellettuali italiani come fondamentali mediatori dell’American way of life in Italia. Fu anche grazie a tale riorganizzazione che l’ambasciata americana in Italia si fece sempre più attivamente promotrice dell’introduzione di studi americanistici nelle università italiane.
Il più importante risultato ottenuto dalla Luce fu tuttavia quello di contribuire alla risoluzione della crisi di Trieste. L’ambasciatrice svolse, infatti, un ruolo fondamentale nelle negoziazioni che condussero al memorandum di Londra, soprattutto grazie al suo rapporto personale con il presidente statunitense e con una serie di figure diplomatiche di spicco sia in America che in Inghilterra. Secondo quanto successivamente riportato da lei in un’intervista del 1986, il suo ruolo decisivo nelle trattative trovò conferma nelle parole di un giornale italiano, il quale accolse la notizia del definitivo passaggio di Trieste sotto l’amministrazione italiana con il commento “infine, la Luce.”
Nel 1956, Clare Boothe Luce si dimise dal ruolo di ambasciatrice a Roma, rientrando negli Stati Uniti. Quello stesso anno, la casa editrice Mondadori tradusse e pubblicò l’opera biografica di Alden Hatch “Ambasciatrice Straordinaria.”
Nel 1973, Nixon la incluse nel President’s Foreing Intelligence Advisory Board. Dieci anni dopo il presidente Reagan le conferì la Presidential Medal of Freedom.
Clare Boothe Luce morì infine nella sua casa di Washington DC, il 9 ottobre del 1987.

Vettori collegati

Andrea Doria

allestimento di un transatlantico

Alcide De Gasperi

Primo ministro italiano e politico democristiano

Alberto Tarchiani

Ambasciatore italiano negli Stati Uniti

USIA

United States Information Agency

USIS - Italia

Network di uffici dello United States Information Service in Italia

Arnoldo Mondadori Editore

Casa editrice

"Letters from her excellency ambassador Luce and his excellency ambassador Tarchiani"

Interiors, 4/1954

Media gallery

Fonti

Morris, Sylvia J., Price of Fame: The Honorable Clare Boothe Luce. (New York: Random House, 2014).
Del Pero, Mario. "American Pressures and Their Containment in Italy During the Ambassadorship of Clare Boothe Luce, 1953-1956," Diplomatic History, Vol. 28, no. 3, June 2004, pp. 407-439.
Reid, Maree-Anne, "Kiss the Boys Goodbye: Clare Boothe Luce's Appointment as Ambassador to Italy." Australasian Journal of American Studies, Vol. 16, no. 2, December 1997, pp. 45-67.
Tobia, Simona. Note sulla diplomazia culturale americana in Italia negli anni della guerra fredda. Storiografia, Fabrizio Serra Editore, 2007, 11. hal-02552592.

Scheda redatta da: Giulia Crisanti