Monica Vitti

Actress

Jack de Nijs / Anefo, CC0, attraverso Wikimedia Commons

1957-1972

Italy

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persona fisica, cinema

Michelangelo Antonioni

Director

Attrice fra le più talentuose e popolari del cinema del dopoguerra, icona femminile di modernità, emancipazione e glamour, Monica Vitti (al secolo, Maria Luisa Ceciarelli) è una figura chiave per l’affermazione americana del modernismo cinematografico italiano. Protagonista della visionaria tetralogia che afferma Michelangelo Antonioni nelle art house dei primi anni Sessanta, Monica Vitti è inoltre stata protagonista femminile della commedia all’italiana, rimanendo un’icona indiscussa dell’attorialità made in italy.

Scegliendo di non seguire la propria famiglia emigrata a New York, Monica Vitti si forma all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma, perfezionandosi all’interno della compagnia teatrale diretta da Luchino Visconti che ne indirizzerà la carriera cinematografica, inducendola a cambiare nome in “Monica Vitti”. L’incontro professionale e sentimentale con Michelangelo Antonioni alla fine degli anni Cinquanta, le permette di emergere nel panorama americano come modello femminile alternativo a quello working-class di Anna Magnani, o della “maggiorata” reso celebre da Gina Lollobrigida e altre dive italiane. Con i suoi lineamenti nordici, la voce roca, lo sguardo ieratico e mai pacificato, Vitti diviene musa e alter-ego femminile di Antonioni, incarnando nel pubblico americano la condizione degli uomini e delle donne della moderna borghesia urbana, incapaci di relazionarsi fra loro e alienati dall’ambiente che li circonda.

Con la sua interpretazione ne L’Avventura (Antonioni, 1960), Vitti riceve i primi plausi dalla critica americana di settore e di costume. Un primo piano di Vitti comparirà sul New York Times nel 1961 a corredo di una recensione che la definisce “weirdly coquettish and intense”, mentre in un’altra intervista rilasciata a Manhattan, sarà lei a rivelare ai giornalisti la chiave interpretativa del controverso punto di svolta del film, alludendo alla trama di Tenera è la notte di F. Scott Fitzgerald. Con La notte (Antonioni, 1961), al fianco di Marcello Mastroianni, e L’Eclisse (Antonioni, 1961), insieme ad Alain Delon, l’attrice italiana accrescerà il proprio prestigio nello star system internazionale, che culminerà nell’iconica interpretazione di Giuliana in Deserto Rosso (Antonioni, 1964). Recensendo il film, Life definirà l’espressività nevrotica e imbarazzata di Vitti un vero e proprio “marchio di fabbrica” dello stile antonioniano in America.

In seguito alla separazione con Antonioni avvenuta nel 1967 dopo sette lunghi anni di lavoro e convivenza, la carriera divistica di Vitti trova un nuovo trampolino di lancio transatlantico ritagliandosi un ruolo di spicco nella commedia all’italiana, dominata principalmente da divi maschili. Dopo aver interpretato l’adattamento italiano di Dopo la caduta di Arthur Miller (colpendo per la sua interpretazione lo stesso Miller), l’attrice romana sembra capitalizzare la verve comica ereditata dalla formazione teatrale e l’aura sofisticatamente moderna maturata nel cinema d’autore per proporsi al mercato statunitense come mattatrice brillante simbolo dell’emancipazione femminile e delle istanze di autonomia che pervadono la cultura transatlantica dell’epoca.

Vitti inaugura così una fortunata serie di interpretazioni che la vedono nei panni di seducente eroina “con la pistola”. Prima col ruolo della spia dei fumetti Modesty Blaise nell’omonimo film di Jospeh Losey distribuito dalla 20th Century Fox nel 1966, poi in Kill me quick, I’m Cold (Maselli, 1967), prodotto da Vides, e infine ne La donna con la pistola (Monicelli, 1968), candidato all’Oscar come miglior film straniero, dove Vitti incarna la parabola tragicomica di una donna italiana di fine anni Sessanta che salpa alla volta dell’Inghilterra per vendicare il proprio onore ed emanciparsi una volta per tutte dal retaggio patriarcale siciliano. In The Pizza Triangle (Dramma della Gelosia, Scola, 1970) rimane invece vittima della contesa amorosa fra un muratore romano (Marcello Mastroianni) e un pizzaiolo toscano (Giancarlo Giannini), dando prova di un'altra magistrale interpretazione internazionale, dove brilla per carattere e autoironia. Più di altri, questi film godono di una buona distribuzione internazionale e statunitense, rinfocolando la curiosità della carta stampata verso la sua parabola divistica. “Whoever would have thought that the heroine of incommunicability, the acknowledged high priestess of alienation, would one day appear in an earthy, rollicking movie called The Pizza Triangle?”. Questo il cappello introduttivo di un’intervista alla diva italiana apparsa nel 1971 sul Times in occasione della distribuzione del film di Scola curata dalla Warner Bros. L’articolo mette in risalto l’avvenuta autonomia di Vitti nei confronti dell’ex-partner Antonioni, la sua passione per il collezionismo di opere d’arte, e le istanze radicali legate al suo status di donna single senza figli: “Some people need children. I need parents”, dichiarerà senza remore ai lettori del quotidiano newyorkese.    

Dopo numerosi premi e onorificenze nazionali e gli ultimi ruoli di prestigio per Michael Ritchie, Luis Buñuel, e ancora Antonioni, nel 1995 Monica Vitti è stata insignita del Leone d’Oro alla carriera, ritirando il premio insieme a Woody Allen e Martin Scorsese. In occasione della scomparsa avvenuta all’inizio del 2022, il Times ha ricordato l’attrice come “La Regina del cinema italiano” sottolineando come Monica Vitti – “sensuale quanto cerebrale” - abbia lasciato il segno nella scena degli anni Sessanta contribuendo con Antonioni a ridefinire i parametri del cinema internazionale.

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Sources

Cristina, Colet, “Monica Vitti. Un’icona di modernità”, in C. Uva, S. Parigi, V. Zagarrio (a cura di), Cinema e identità italiana, Roma: Roma TrE-Press, 2019: 681-690.

Ann Guerin, “A main-hued Ado about Nothing. Red Desert directed by Michelangelo Antonioni”, Life, March 5, 1965: 12.

Bosley Crowther, “Screen: 'L'Avventura':Film by Michelangelo Antonioni Opens”, The New York Times, April 5, 1961, https://www.nytimes.com/1961/04/05/archives/screen-lavventurafilm-by-michelangelo-antonioni-opens.html.

Rick Lyman, “Monica Vitti, ‘Queen of Italian Cinema,’ Dies at 90”, The New York Times, February 2, 2022.

Melton S. Davis “Monica Laughs! It’s Easier  Without Michelangelo”, The New York Times, January 17, 1971: 17, https://www.nytimes.com/1971/01/17/archives/monica-laughs-its-easier-without-michelangelo-monica-laughs.html

Author Giuseppe Gatti