Perry Como

Singer/Actor

Pubblico Dominio

1912-2001

United States

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soggetti
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persona fisica, music and songs

Nato da una famiglia di emigrati abruzzesi, settimo di numerosi figli, Perry Como pare sia stato folgorato in giovane età dalla voce di Enrico Causo, avendo le prime esperienze musicali in una locale banda di ottoni e il primo lavoro come barbiere (particolare che gli resterà addosso per tutta la vita e che ritornerà spesso negli articoli che la critica gli dedicherà). Se Caruso fu un’icona per generazioni di immigrati che attraverso il suo successo cercavano un riscatto, le altre due esperienze tradiscono immediatamente il retaggio della provincia italiana, dove le bande di paese sono tuttora un momento quasi obbligato nella formazione musicale dei giovani e dove i saloni da barbiere vantavano, e in alcuni casi ancora vantano, una solida tradizione di musica artigianale. Sembra che il giovane Perry abbia preso lezioni di diversi strumenti (pagati con il frutto del suo stesso lavoro ma ancor prima dai sacrifici del padre) ma mai di canto, confermando così l’idea diffusa che l’italiano sia un cantate ‘naturale’. È dunque durante il suo lavoro di barbiere, in particolare quando entra in una bottega annessa ad una coffee house gestita da un greco, che Como comincia a far sentire la sua voce ai clienti; e comincia a farla sentire soprattutto quando i clienti si sposano, chiudendo il cerchio della tradizione musicale artigianale dell’Italia minore, fatta soprattutto di bande, musiche da barberia e cantanti per matrimoni.

Nei primi anni ’30, spinto dagli amici, comincia ad accettare di cantare per delle orchestre: una di queste, la Ted Weems Orchestra, comincia a dargli visibilità, anche grazie alla partecipazione ad alcune trasmissioni radiofoniche come The Jack Benny Program. Nelle sue prime registrazioni con questa formazione, come You Can’t Pull The Wool Over My Eyes o Until Today, entrambe del 1936, Como ha già assunto lo stile del ‘crooning’ che perfezionerà nel tempo, vale a dire quel modo di cantare invalso con l’apparizione del microfono e portato in auge da Bing Crosby (e poi per lo più identificato con Frank Sinatra) con sussurri, bisbigli, volumi controllati e toni suadenti. Nel 1942 la svolta che lo convincerà finalmente che lo spettacolo può essere per lui una professione e che lo caratterizzerà non solo come cantante ma anche come personalità mediatica: ottiene un contratto dalla CBS per una trasmissione radiofonica, passa poi alla NBC per un programma tenuto da un aeroplano in volo (Chesterfield Supper Club), ed un contratto discografico con la RCA (il primo album, Goodbye Sue, è del 1943) che lo farà diventare molto popolare, da subito parte integrante della mania per i crooners, una delle prime forme di fanatismo di massa per un fenomeno musicale. Si esibisce in famosi night club, a cominciare dal Copacabana di New York, e per decenni registrerà in esclusiva per la RCA. Intanto, però, smette di cantare dal vivo e diversifica la sua attività: partecipa a qualche film (Something for the Boys, 1944, Doll Face 1945, If I’m Lucky, 1946, Words and Music, 1948) ma al cinema preferisce la televisione, dove comincia a lavorare già nel 1948, quando il suo Chesterfield Supper Club vi fu trasferito e trasmesso per mezzora una volta ogni sette giorni. Nel 1950, con il ritorno alla CBS, lo spettacolo fu chiamato The Perry Como Chesterfield Show e fu mandato in onda tre volte a settimana per quindici minuti dopo il notiziario e in simultanea anche per radio, dal circuito Mutual Broadcasting System. Nel 1955, ancora con la NBC per il celebre Perry Como Show, trasmesso in diversi paesi (e, tra l’altro, uno dei primi spettacoli televisivi a colori), con ospiti di prestigio come il principe Ranieri di Monaco e sua moglie Grace Kelly, e che ne fece una personalità così celebre da essere eletto potenziale “marito ideale” dalle lettrici della rivista Life nel 1956 ed essere considerato, due anni dopo, il miglior cantante uomo in un referendum tenuto tra i giovani americani dal giornale Vancouver Sun. Nel 1959 un contratto miliardario con la multinazionale di prodotti caseari Kraft portò, per la serie Kraft Music Hall, al Perry Como’s Kraft Music Hall dove, nel 1960, si esibì in una sua versione di Nel blu dipinto di blu con l’attrice Anne Bancroft e dove, tra l’altro, si ebbe la prima apparizione televisiva del Coro della Cappella Sistina. Lo spettacolo durò fino al 1963 e fece di Como l’entertainer più pagato della storia della televisione, consegnandolo al Guinness dei primati. Pur soffrendo del cambiamento dei gusti musicali dell’epoca, nel 1970 Como riprende a cantare dal vivo, non solo negli Stati Uniti, spesso accompagnato da Ray Charles (Charles Raymond Offenberg, animatore dei Ray Charles Singers, tra i creatori dell’easy listening e da non confondere con l’omonimo musicista soul), che già aveva collaborato con lui negli spettacoli televisivi.

Come showman, Como è stato tra i primi artisti a intuire le straordinarie potenzialità di radio e televisione in un momento di forte accelerazione nello sviluppo di questi due media; come cantante, ha inciso oltre duecento brani, spaziando dai classici della canzone americana come Over the Rainbow, alla riproposizione di pezzi della tradizione napoletana (Anema e core) fino a composizioni di artisti vicini alla cultura giovanile degli anni ‘60, come Bridge Over Troubled Water, di Paul Simon. Il suo Till the End of Time raggiunse nel 1945 il primo posto in classifica (e così succederà per molte altre canzoni). Da ricordare, infine, un album registrato in Italia (Perry Como in Italy, 1966) e la sua partecipazione in RAI al Musichiere di Mario Riva nel 1958. Perry Como incarnò anche l’uomo sereno, attaccato alla sua famiglia (si sposò presto ed ebbe tre figli), senza eccessi di nessun tipo: si ritirò a vita privata nel 1994 e la sua morte nel sonno, nel 2001 a 88 anni, sembrò confermare quella che era stata la sua immagine pubblica.

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Sources

Pennino Gaetano, Musica dai saloni, Regione Siciliana 2008.

Musicianguide.com

Author Giovanni Vacca