Joseph E. Levine

Joseph E. Levine, detto "Joe", è stato il più importante produttore cinematografico indipendente statunitense del dopoguerra, pioniere e responsabile del successo della distribuzione del cinema italiano in America, per un totale di circa 150 film. Dopo aver collaborato all'export dei capolavori del neorealismo come Rome, Open City (1945) e Paisà (1946) di Roberto Rossellini e Bicycle Thieves (1948) di Vittorio De Sica, sotto l'etichetta di Embassy Picture, Joe Levine organizza i piani di distribuzione e lanciamento americani dei peplum diretti da Francisi come Hercules (1958), o di altri capolavori come Two Women (La ciociara, 1960) e Marriage Italian Style (Matrimonio all'italiana, 1964) di De Sica e The 10th Victim (La decima Vittima, 1965) di Petri.

Il produttore statunitense legherà il suo nome alla Embassy Picture, fondata da Levine nel 1942. Inizialmente pensata come società indipendente di distribuzione di film stranieri, intuendone il potenziale, già nel 1945 l'imprenditore americano la trasforma in casa di produzione, specializzandosi nel campo degli art film europei e italiani. Uomo dalla personalità eccentrica e dal "pragmatismo visionario", la carriera di Levine come produttore/distributore di film italiani si avvia infatti grazie all'importazione di film a tema epico come Goliath, Hercules e soprattutto grazie al rilancio americano (tre anni e mezzo dopo la prima uscita) di Attila, Scourge of God (Attila, flagello di dio, Francisi, 1954), co-produzione italo-francese curata da Carlo Ponti e Dino De Laurentiis con protagonista la coppia Sophia Loren e Anthony Quinn, che ottiene un rinnovato successo nelle sale. Nel 1960 la rivista Boxoffice citerà il successo economico dell'Hercules distribuito da Levine per sottolineare la sempre maggiore spendibilità nel mercato statunitense dei kolossal (biggies) "made in italy".
  
Con la presa in carico della distribuzione e promozione di Two Women, Levine compie un'operazione di promozione del divismo di Sophia Loren senza precedenti, invitando l'attrice negli Stati Uniti e investendo in una campagna inserzionistica a tappeto nelle principali testate. Una strategia che dona grande visibilità a Loren che proprio con quel film diviene la prima attrice non americana a vincere il premio Oscar nel 1962. Più in generale le distribuzioni curate da Levine assicurano premi e nomination all'Oscar per numerosi film italiani e la conseguente visibilità dei suoi divi. Ricordiamo in particolare l'Oscar al miglior film straniero per Ieri, Oggi e Domani (De Sica,1963) nel 1965 e le tre nomination per Divorce Italian Style (Germi, 1961) fra cui la prima come miglior attore per Marcello Mastroianni nel 1963.

Decisivi sono anche gli investimenti e gli accordi commerciali siglati da Levine in fase di pre- e post-produzione. E' sempre grazie al finanziamento preventivo della Embassy Picture infatti se The 10th Victim (1965) di Elio Petri riesce ad avviare una prima fase di riprese a Roma e New York nel settembre 1964. Nel 1963 Levine acquisisce i diritti di distribuzione di 8 e 1/2 prima della premiere statunitense, assicurandone così la distribuzione massiva nelle principali sale americane che attesterà Fellini come autore e intellettuale di prestigio internazionale. Come ricorda Pauline Small, distribuzione preventiva e conseguente saturazione delle prevendite con immediato ritorno economico, resero la strategia di promozione dei film italiani di Levine un modello di riferimento per il lanciamento dei grandi blockbuster della New Hollywood come Lo squalo (Jaw, Spielberg, 1975).

Levine compare insieme a Sophia Loren nel documentario Showman (Albert e David Mayslesdel, 1962) che oltre a offrire un ritratto vivido del lavoro del produttore americano, documenta l'arrivo di Joe Levine in Italia per la consegna dell'Oscar alla diva italiana, e ne illustra il rapporto personale e lavorativo di primo piano.  

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